Il Caffè Keynesiano è nato da una sfida, ovvero quella di poter rendere comprensibile ciò che per sua natura non lo è: il too big to understand. L’informazione, infatti, si affida sempre di più a resoconti specifici e parziali, dei quali si leggono sì e no le prime quattro righe o addirittura solo il titolo, senza soffermarsi quasi mai su altri punti di vista. Questo perché la nostra mente predilige ciò che si conosce, omettendone gli aspetti più controversi e riducendo così il tutto a un’unica voce priva di contraddittorio con la quale coccolare le nostre certezze.
Di notizie veloci e univoche qui non ne troverete. Cercheremo piuttosto di avvalerci delle politiche economiche e delle scienze cognitive per unire il teorico col pratico, spiegando sia l’abc dell’economia, sia le modalità e i motivi attraverso cui le scelte della Bce e del governo italiano impattano sul nostro portafoglio.
Saranno quindi i perché, insieme ai come, che ci accompagneranno in questo esperimento didattico-giornalistico, che trova in Keynes e in Caffè le due principali guide attraverso cui smontare il gomitolo dei fatti e delle notizie odierne, per comprenderne la sensatezza e, qualche volta, l’insensata sensatezza.
Il Caffè Keynesiano è tutto questo. Un blog nato dall’amicizia e dal confronto tra un economista appassionato di politiche monetarie e welfare states, Roberto Biondini, e un giornalista col pallino per le scienze cognitive, Claudio Dolci. Il nostro intento sarà quello di tradurre l’economia d’oggi e i suoi impatti sulla nostra vita, nel rispetto del contradditorio e di tutte quelle difficoltà che esso presenta.
Buona lettura!

crediti dell’immagine a Massimo Ferrandi
crediti del logo ad Elisa Zanotti
ATTUALI MEMBRI
BIONDINI
Nato a Modena, classe ’96, laureato in economia e finanza e poi economia e government presso l’Università Bocconi, mentre al momento seguo un master in diplomazia e relazioni internazionali presso ISPI a Milano. Per studio e lavoro ho vissuto a Mosca, Bruxelles, Milano e Roma.
Sono appassionato di politica monetaria, mercato del lavoro e politiche fiscali, e nutro una forte ammirazione verso gli studi keynesiani e quelli dei suoi successori. Credo infatti in un capitalismo dinamico ed equo, che di tanto in tanto faccia sì che un intervento pubblico sopraggiunga per migliorare le distorsioni del libero mercato ed accelerare così quelle scelte che altrimenti rischierebbero di restare nel dimenticatoio della politica. Sono europeo ed europeista, liberal-socialista, favorevole a qualsiasi diritto che sia fonte di libertà individuale: sovranisti e populisti siete avvisati.
DOLCI
Originario di Reggio Emilia, classe ’89, laureato in scienze della comunicazione (presso Unimore), poi in scienze cognitive e processi decisionali in abito socio-economico-formativo (presso la Statale di Milano) e di recente ho concluso un dottorato in scienze umanistiche con specializzazione in narratologia.
Giornalista per passione e attaccabrighe di professione. Collaboro col Corriere della Sera dal 2017, mentre qui mi occupo di raccontare i mali di un mercato senza freni, i limiti di un potere istituzionale senza rappresentanza ed illustrare il quadro generale in cui si collocano i fatti, le decisioni e le parole che ogni giorno fanno illuminare e ci tengono attaccati al nostro smartphone.
Ho preso parte a questo progetto perché solo Keynes e Caffè possano salvarci dalle enormi disuguaglianze del presente.
DE PUPPI
Nato a Udine, classe ’99, laureato in economia e scienze politiche (laurea triennale) ed al momento sto frequentando un double degree magistrale in economia, management delle amministrazioni pubbliche e public policy viaggiando tra Milano e Berlino.
Sono appassionato di politica e di relazioni internazionali, ed il mio pallino è comprendere come si sviluppino le scelte politiche interne e come i fattori domestici influenzino lo scenario geopolitico. Tant’è che negli ultimi due anni ho concentrato la mia attenzione sulle tematiche ambientali ed energetiche, analizzando politiche e incentivi volti a favorire la transizione verde.
Mi interesso molto anche di economia politica e pubblica, ed il concetto keynesiano che più mi è caro è quello delle aspettative. Sono un tifoso sfegatato del Milan e amo i gatti.